a cura di Oriano Bertoloni :

Nel 2019 venne ritrovato il dipinto “Ritratto di Signora”, trafugato nel 1997 dalla Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Questa scoperta accese nel nostro paese un rinnovato interesse per l’Arte di Klimt, culminante con l’attuale esposizione romana a Palazzo Braschi. Il capolavoro risorto, compare al termine del percorso espositivo.

Adolf Loos scrisse che tutta l’arte è erotica. Forse era stata un’affermazione troppo perentoria e generica, ma applicabile a Klimt senza timori. In realtà, il pittore mise al centro della sua poetica la figura femminile in modo visionario ma lucido.  Nella mostra basta sostare di fronte alla “Salomè” per comprendere il perché: la donna che ha decapitato Oloferne è una moderna conquistatrice sociale, fiera delle armi della seduzione. E’ il contrario della femmina oggetto dei tempi moderni, e questo è avvenuto nel 1901!

Cosa legava il pittore all’Italia, che è il tema della rassegna? Credo che si possano sottolineare due aspetti. Il primo riguarda l’influenza che ebbero su di lui i mosaici bizantini di Ravenna. Nei lavori della piena maturità, le vesti delle splendide figure femminili sono intarsi astratti e ipnotici, fusi con il contesto figurativo. Isolati, tali tessuti ondulati e sinuosi, potrebbero avere una vita autonoma completamente informale. “La sposa”, del 1917, evidenzia chiaramente questo dualismo presente nei migliori dipinti dell’artista.

Il secondo motivo del rapporto stretto con il nostro paese, che egli amava, è in relazione con quanto sopra espresso. Klimt era il “Pittore del non distacco”, perché non volle abbandonarsi totalmente all’astrattismo e restò ancorato alla figura, con una maniera quasi rinascimentale. Mantenne spesso i soli volti delle donne, uniti a braccia o piedi affioranti dai mantelli prorompenti colore e simboli. L’equilibrio corpo/spazio astratto è impagabile. Era una delle basi della Secessione Viennese, che non volle accodarsi alle altri correnti avanguardistiche. Klimt ha interpretato l’assunto con la sua intensa genialità. La sezione dedicata ai pittori italiani che vi si ispirarono è ampia. Interessante l’area multimediale, dove si materializzano i grandi dipinti eseguiti per l’Università di Vienna, in larga parte andati distrutti. Anche l’omaggio a Beethoven, e la sezione con i bellissimi paesaggi definisce un percorso ampio e didattico.

Una mostra articolata, dedicata ad un gigante della pittura moderna, da visitare.

Klimt. La Secessione e l’Italia

Aperta fino al 27 Marzo 2022

Museo di Roma – Palazzo Braschi

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