a cura di Oriano Bertoloni :

Pietrasanta condivide con Sabbioneta e Capalbio il soprannome di “Piccola Atene”, ed è un privilegio lusinghiero. Le due sopracitate località sono famose per la raffinatezza dei loro centri storici, ma sono prive di due elementi che rendono unica la cittadina versiliese: una acropoli che possa essere ammirata da una spaziosa e viva agorà. Chi dovesse entrare nella Piazza del Duomo per la prima volta, e avesse la fortuna di farlo al tramonto, non potrebbe che fermarsi per la bellezza della visione.

La fortificazione illuminata sullo sfondo la domina dall’alto, come l’Acropoli di Atene. Ma l’agorà della capitale greca, che oggi sussiste solo in chiave moderna, a Pietrasanta è pienamente rappresentata da un complesso architettonico di stupefacente bellezza.

L’irregolarità dei livelli della grande piazza e la concentrazione di simboli, la rendono assimilabile all’antico luogo della politica e degli affari, che in epoca romana sarebbe stato definito “Il foro”. In realtà è la cultura che rende tanto suggestivo quell’insieme di monumenti. Il Duomo di San Martino colpisce per l’imponenza della sobria facciata, dove i marmi appaiono più caldi grazie all’illuminazione notturna. Il rosone del secolo XV (opera di Lorenzo Riccomanni) rende ancora più armonioso l’insieme.

Il rosso campanile in mattoni (tale perché incompiuto) è una presenza vigile e discreta, ma poderoso nella mole. Salendo ci si avvicina alla trecentesca Chiesa di Sant’Agostino che ha una facciata tra le più insolite: le tre volte cieche, grandi e proiettate verso l’alto, tipiche dello stile gotico che anela al cielo, terminano con dei pregevoli archi a colonnine di raffinata fattura. All’interno dell’annesso convento è visitabile il Museo dei Bozzetti. 

 Di fronte Palazzo Moroni, un elegante edificio cinquecentesco che fu sede dell’Archivio Storico e che attualmente ospita il Museo Archeologico Versiliese. Esso si pone nel mezzo tra le due chiese della superba piazza. Altro elemento di pregio (che evidenzia la vitalità culturale del luogo) il settecentesco Teatro Comunale. Da vedere anche il monumento a Leopoldo II e la colonnina detta del “Marzocco” (Leone simbolo del dominio fiorentino). 

La impareggiabile piazza è una vera agorà artistica. Non è un caso se da molti anni il suo magico scenario accoglie le opere (spesso di grandi dimensioni) dei più importanti scultori contemporanei.

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