A cura di Emilio Capoano (IG @emicapo)

Presentato il 24 febbraio da TOMO Libreria Caffè di Roma, il libro di esordio di Barbara Aversa, nota bookblogger da seguire su Instagram come @missparklingbooks

Luen, Maggie, Giuditta, Liliana e poi Eva, la cui presenza aleggia, donne con vite apparentemente diverse che scorrono in due differenti epoche con emozioni controverse, figure femminili sempre sotto giudizio, avide e generose, forti e deboli, dolci e dure ma sempre donne le cui storie si incontrano e si scontrano in un intreccio ben congegnato e strutturato da Barbara Aversa con questo suo primo libro di esordio.

Qualcuno lo ha già definito un romanzo al femminile ma sbaglia perché altri elementi e tante altre figure anche maschili, con particolare attenzione ad Emilio, fanno parte di questo fiume che scorre di pagina in pagina nelle emozioni parallele che la vita offre in ogni momento inaspettatamente, diretto dagli stereotipi sociali in quel preciso momento storico offre, per terminare e confluire nel mare della verità su un delitto a prima vista inspiegabile, perché più facile non vedere le cose reali che l’intreccio della vita dona ed adagiarsi su false verità apparenti. 

Con una scrittura fluida, semplice e precisa, l’autrice fà confluire tutto questo in una rappresentazione di normali vite di madri, figlie, amiche che  rendono partecipe il lettore grazie all’ottimo intreccio spazio-temporale degli avvenimenti che coinvolgono i personaggi nel periodo del dopo guerra e nei tempi nostri, rendendo tutti i partecipanti dei pezzetti di un puzzle che l’autrice rende indispensabili per giungere alla conclusione degna di un giallo fuori dal comune. 

Più un giallo che un trhiller, lontano da questo genere più attualizzato oggi da elementi psicotici, efferati e similari, che ruota invece su una semplice storia dove tra le righe viene raffigurata l’imperfezione, l’ansia, la debolezza e direi anche la sfiducia che circonda la vita di tutti i giorni, ma anche la crescita personale, con sfumature indefinite che non possono che coinvolgere il lettore e la sua vita di sempre per risolvere un rebus sulla vita altrui.

La figlia della Lupa è identificata in uno dei personaggi per la sua forza, determinazione, ribellione, ma in essa troviamo anche altre  caratteristiche di questo animale come la adattabilità all’habitat, la solitudine e al contempo la socialità, ma lo scoprirete leggendo perché ognuno di noi è un pochino un figlio della Lupa. 

Credo che di autobiografico ci sia non molto e probabilmente alcune caratteristiche emozionali che emergono  della scrittrice, le più vicine a lei, si trovano in alcune considerazioni iniziali di Eva nelle prime pagine del libro ed in un altro dei personaggi ma, non vi dirò mai quale….scopritelo insieme a tutto il resto.

Peccato per la scelta editoriale di creare un formato tipo diario scolastico, assolutamente inadeguato e forse inadatto al pubblico italiano, ma le novità vanno sempre accettate con un augurio.

Una bell’esordio e interessante sorpresa editoriale su cui null’altro si può dire senza rischiare di incorrere in qualche spoilerata che l’autrice non gradirebbe e quindi brava Barbara Aversa e buona lettura.

A cura di Emilio Capoano (IG @emicapo)

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