a cura di Oriano Bertoloni per la rubrica ” I LUOGHI DELL’ ARTE “

Dal punto di vista architettonico ed artistico, la città di Roma vanta un primato ineguagliabile: la capacità di aver rigenerato la propria supremazia, sostituendo i fasti di un impero pagano durato circa mille anni con un nuovo centro di potere, basato sulla religione. Per ottenere un tale incredibile risultato ci sono voluti alcuni secoli, che corrispondono al Medioevo (dal VI sec. a.C. al XIV d.C). 

A Palazzo Braschi una mostra, molto bella ed interessante, si occupa di chiarire, in modo scientifico e didattico, un periodo storico artistico di vitale importanza.

L’impero romano venne minato delle invasioni barbariche ma soprattutto dilaniato dalla divisione in due blocchi e dalla scarsa capacità propulsiva di un antico potere in dissoluzione. Il Cristianesimo impose inizialmente ferree regole iconoclastiche (proibizione di riprodurre immagini sacre) che solo lentamente riaffiorarono con forme antitetiche a quelle del passato, considerate icone di becera idolatria.

I papi, a cominciare da Gregorio Magno, fecero costruire basiliche come la vecchia San Pietro, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore e il Laterano (sede del papato per molti secoli). Durante questo lungo periodo il centro medievale di Roma, era abbastanza simile a quello fiorentino. In parte è rimasto intatto a Trastevere e, per frammenti, in altre zone. Papa Giulio II, con la sua idea di fare edificare la gigantesca nuova basilica dedicata a San Pietro e a se stesso, fece radere al suolo larga parte degli edifici e delle strade centrali. In tempi più recenti, la costruzione dell’Altare della Patria, insieme alla spianata per ottenere la via dei Fori Imperiali, contribuirono ad eliminare un’altra vasta area del tessuto medievale

La rassegna di Palazzo Braschi, ben articolata, con l’esposizione di 160 opere, (tra cui mosaici, affreschi, sculture e oggetti di vita quotidiana), divise in nove sezioni tematiche, offre uno spaccato dell’importante periodo di transizione. Dopo le istanze bizantine, romaniche e gotiche, di ispirazioni non sempre autoctone, l’arte italiana comincerà a prendere forma. Nel percorso espositivo è possibile chiaramente comprenderne lo sviluppo. L’epopea repubblicana ed imperiale dell’antichità, aveva lasciato monumenti immensi. I secoli medievali servirono a preparare il terreno per un rinnovamento radicale, che stupirà nuovamente il mondo fino ad allora conosciuto.

 Dopo quel periodo intermedio, il Rinascimento contribuirà alla rivalutazione della scultura antica greco-romana e delle pitture pompeiane. Roma tornerà ad accumulare opere d’arte straordinarie grazie a Michelangelo, Raffaello, Bramante, Bernini, Caravaggio e molti altri. La riconciliazione permetterà una fusione pacifica e prolifica fra l’antico e il contemporaneo a partire dal 1400. Non ci deve stupire che il risultato abbia permesso alla città odierna di possedere la maggior concentrazione di capolavori artistici e architettonici del pianeta.

Con il contributo della Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Sapienza Università di Roma e l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

Roma Medievale. Il volto perduto della Città” 

Museo di Roma a Palazzo Braschi – aperta fino al 5 febbraio 2023

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