Recensione a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

Si può ridere dei drammi quotidiani? Di quelle magari piccole ma continue interruzioni della serenità che costellano come le puntini luminosi nel cielo notturno, l‘esistenza di tutti noi? Ritrovandoci, con le nostre frenesie e le idiosincrasie che ci portiamo dietro, in ogni pagina? Per Paolo Panzacchi – autore di “Drammi quotidiani”, romanzo di 126 pagine uscito per Pendragon la prezzo di 14 euro nella collana glam diretta da Alessandro Berselli e Gianluca Morozzi – sì, si può fare. Ma attenzione. Guardare le cose con leggerezza non significa farlo con superficialità. Infatti, nel corso dello stesso racconto, il tono progressivamente cambia, si fa più cupo, meditativo, drammatico. Perché è così che fa la vita: anche se tu provi a prenderla con filosofia insiste, come una goccia che cada da un rubinetto che tiene poco e ti scava un solco nell’anima.

Il protagonista di “Drammi quotidiani” si chiama Francesco Garelli. Sposato con Giulia – “donna in carriera” qualsiasi cosa questa definizione comprenda – e con una figlia di tre anni, Elena, il nostro eroe fa un mestiere di moda, il pubblicitario. Ma è stressato. Tanto. A metterlo in questa condizione ci pensano un poco tutti. La sposa molto esigente, stressatissima a sua volta e che qualche dubbio sul perché lo abbia sposato inizia ad averlo; la piccola erede che, giustamente, ha impegni e pretese e che deve essere accompagnata in tutto e sa bene, nonostante sia così piccola, come ottenere ciò che desidera. Ma poi ci si mettono anche amici poco amichevoli, datori di lavoro esigenti e non soddisfacenti – guidati da un certo Pucci – a tenerlo sulla corda. I colleghi – meschini e inutili – fanno parte perfettamente del quadro. Così come i suoceri invadenti e i genitori ansiosi, un medico di base catastrofista e chi più ne ha più ne metta. Il povero Francesco – sballottato in mezzo a tutto questo come un guscio di noce tra le onde ruggenti – inizia a pensare che forse potrebbe scappare, lasciarsi tutto alle spalle. Ma come? Dove? Lo scenario sembra cambiare quando – all’improvviso – ecco arrivare l’idea giusta, quella che potrebbe spalancargli le porte di un futuro diverso, magari permettendogli anche di riprendere in mano i fili della propria esistenza. Se tutto andrà per il verso giusto però…

Una storia – questa di Panzacchi – in bilico tra serio e faceto, tra commedia e dramma esistenziale, che parla al lettore, comunque, con un linguaggio veloce e scattante, soprattutto all’inizio. Poi anche le parole sembrano invischiarsi in un quotidiano sempre meno brillante e assolato e progressivamente dominato da lugubri nuvole nere. Nonostante questo cambio di atmosfera, l’autore con questo romanzo apre una breve parentesi gaiamente primaverile nella sua immensa produzione noir.
Lo scrittore nativo di Sassuolo ha pubblicato per Maglio Editore “L’ultima intervista”, opera d’esordio vincitrice del Premio della Critica al Premio Internazionale Città di Cattolica. Nel 2018 – anno di uscita di “Drammi quotidiani”- pubblica anche per la collana Calibro 9 di Laurana Editore, “Il pranzo della domenica”.

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