a cura di Emilio Capoano redazione TERZA PAGINA MAGAZINE

Dopo l’episodio di “Terra alta”, torna ancora Melchor Marin, il poliziotto amante di libri in questo sequel noir che si legge tutto d’un fiato.

Javier Cercas riesce sempre a coinvolgerti nelle indagini raccontate con storie coinvolgenti e ben rappresentate, con minuzia di particolari dei luoghi, sempre grazie alla sua scrittura precisa e fluida.

Sfruttamento di minori e giovani ragazze con sparizioni delle stesse, attività coperte da convenienze politiche e di potere dove figurano sempre personaggi notoriamente importanti a copertura di vite spesso dissolute e contra legem.

In questo ambito si muove Melchor Marin, che dopo la morte di sua moglie Olga è rimasto a lavorare come bibliotecario a Gandesa, lasciando la divisa. 

Ma la sparizione della figlia Cosette durante una breve vacanza a Maiorca, lo fa tornare il testardo poliziotto che vede oltre alla apparente semplicistica giustificazione della polizia locale sulla strana e misteriosa scomparsa della figlia, cercando una verità difficile da pensare e ancor più difficile provare.

E’ un romanzo che rispecchia in pieno i canoni del thriller, prendendo in ostaggio il lettore con ritmi serrati ma anche analisi meticolose dei fatti, facendoti entrare nella testa del personaggio, una buon prova sicuramente da leggere per gli amanti del genere.

Questo romanzo crea una ideologica trilogia con i due precedenti “Indipendenza” e “Terra Alta” dove nascono i personaggi ormai noti agli amanti di Cervas.

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