Agata nel paese che non legge (NEM Editore, dicembre 2021) è un romanzo che parla di grandi libri, piccole librerie e coraggiose libraie.
Un brano dal libro:
In occasione del debutto della mia libreria avevamo diffuso un volantino dove campeggiava un’estemporanea promozione, che ancora oggi considero una buona idea, anche se dispendiosa: un libro gratis a chiunque si presenterà con un valido motivo per continuare a leggere oggi, malgrado social network e cellulari.
Ricordo con affetto le frasi che mi piacquero di più, che furono poi inserite nel suddetto poster:
Perché i libri non hanno la batteria, quindi non si scaricano mai.
Perché mentre sfogli un libro non corri il rischio che si apra un banner pubblicitario.
Corollario: che si apra un altro libro che ne apre un altro e un altro ancora.
Perché gli scrittori non ti rubano i dati personali, le foto e ogni informazione riservata. Anzi, al contrario, sei tu che ti fai i fatti loro. Assai di più di quanto se ne rendano conto, aggiungo io.
Perché il libro non conserva traccia del tuo passaggio sulle sue pagine con quelle sanguisughe digitali chiamate cookies.
Perché quando leggi un bel romanzo ti dimentichi di averli, i social network e il cellulare.
Perché ti dimentichi di tutto, compreso il tuo fidanzato.
Perché in una bacheca di Facebook, figuriamoci Twitter, un intero romanzo non c’entra e questo vorrà pur dire qualcosa. E se riuscisse a entrarci, a mio modesto parere nessuno avrebbe mai così tanto tempo per leggerlo, da quelle parti.
Perché che siano 140 o 280 caratteri, sono sempre troppo pochi per spiegare quanto valga la pena leggere Moby Dick.
Perché ai bei romanzi non occorre l’aggiornamento.
Tra gli altri, ecco il mio preferito: perché se leggi un libro non hai bisogno di installare l’Antivirus.
A dirla tutta, sempre secondo la sottoscritta, se l’incantesimo funziona un virus te lo lasciano eccome in testa, nella pancia, per poi diffondersi ovunque. Ma è una malattia affettuosa, come la strega buona del mago di Oz. In quel caso, sono le medicine ad agire come veleni. Si chiamano cinismo da due soldi e miopia del cuore, non comprateli mai, neppure a poco prezzo al mercato nero, perché uccidono uno dei più grandi doni che l’umanità ha fatto a se stessa. Mi riferisco alla capacità di vedere ciò che non esiste. Perché alla fine della fiera, tra le mani hai solo carta, colla e inchiostro. Il resto lo fa la tua fantasia, sulla spinta di quella di chi scrive
.
Sull’editore:
L’Editrice Magenta s’impose all’attenzione della cultura italiana per una serie di pubblicazioni d’alto livello, fra cui spiccano le antologie poetiche Linea Lombarda e Quarta generazione. Con Linea Lombarda: 6 poeti, curata da Luciano Anceschi (Sereni, Erba, Risi, Modesti, Orelli, Rebora) e pubblicata nel 1952, e con la fortunata Quarta generazione, curata da Piero Chiara e Luciano Erba nel 1954, pubblicò due volumi divenuti presto pietre miliari nel percorso della poesia e della letteratura italiana del Novecento ed entrò a pieno titolo nel panorama letterario nazionale.
Nell’aprile 2019 è stata rifondata a Varese la NEM srl che raccoglie, nel nome e negli intenti editoriali, l’eredità della gloriosa casa editrice varesina e della Nuova Editrice Magenta, fondata nel 1999 per iniziativa di Dino Azzalin
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L’autore, che è anche attore teatrale specializzato nel teatro di narrazione, è al suo nono romanzo (www.alessandroghebreigziabiher.it)
Il Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=MOoEBv1wucY

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