LA VERA STORIA DI LUISA BONFANTI
Scritto e diretto da
FRANCO ANGELI

Interpretato da
LIVIA BONIFAZI

con
Stefano Pesce

e con Francesco Apolloni, Giovanni Guardiano, Paolo Lorimer, Barbara
Mautino, Serafino Murri, Sandro Palmieri, Lorenza Perrone, Luigi Tani,
Matteo Zenini
con la partecipazione straordinaria di
CITTO MASELLI, ETTORE SCOLA, OTELLO ANGELI,
ANTONIO SPOLETINI, GIULIO NATALUCCI

DAL 29 NOVEMBRE su
Cecchi Gori Entertainment
Amazon Prime Video
Chili
TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=2NadK859vg4

@cgtv_it @primevideoit @chilicinemait

CG Entertainment Amazon Prime Video

TITOLO: LA VERA STORIA DI LUISA BONFANTI
REGIA: FRANCO ANGELI
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: FRANCO ANGELI
CANZONI ORIGINALI: FABRIZIO GATTI
FOTOGRAFIA: ANDREA FASTELLA
SUONO: STEFANO VARINI E MASSIMO CASSERIANI
MONTAGGIO: FRANCO ANGELI
SCENOGRAFIA: MARTA ZANI
COSTUMI: MONICA CELESTE e FULVIA AMENDOLIA
PRODUZIONE: INTHELFILM DI GIAMPIETRO PREZIOSA E MARCO S.
PUCCIONI

Luisa Bonfanti, un personaggio così inventato da apparire reale.

La vera storia di Luisa Bonfanti racconta la breve vita dell’attrice romana, nata nel
dopoguerra, tra le baracche a ridosso dell’Acquedotto Felice, e morta il 10 giugno 1984, a
poche ore da Enrico Berlinguer.
Attraverso filmati, articoli e ricordi di quanti avrebbero potuto conoscerla, come Maselli,
Scola e Spoletini – che interpretano loro stessi nel film – la pseudo-biografia di Luisa Bonfanti

  • grazie ad una straordinaria interpretazione dell’eclettica Livia Bonifazi – prende forma
    davanti ai nostri occhi, tanto da far diventare reale un personaggio di finzione.
    La donna, nell’istante del suicidio, ripercorre la sua vita ormai quasi interamente consumata:
    dall’infanzia al Mandrione all’incontro con Pasolini; dagli anni dell’impegno politico e del
    cinema militante alla storia d’amore con un pittore della scuola di Piazza del Popolo, fino alla
    perdita di ideali e all’ingresso, quasi accidentale, nel cinema pornografico.
    “E’ un film che parla della nostra storia, del cinema, della politica, delle speranze e delle
    disillusioni. Della casualità e delle coincidenze della vita.”
    Livia Bonifazi ha la capacità di rendere credibile il momento in cui il proiettile, uscito con un
    lampo dalla canna fumante della pistola, arresta improvvisamente la sua corsa, e rimane a

galleggiare in aria a metà strada tra l’arma e la testa della donna. Sospeso, quasi immobile,
se non fosse per quel leggero fluttuare. E’ l’attimo in cui tutto si ferma, si congela. L’istante in
cui – compresso in quel milionesimo di secondo – il tempo esplode.
Luisa cerca, in quell’attimo, le ragioni della sua esistenza e per farlo ci chiama in causa,
raccontando attraverso le vicende della sua vita, gli avvenimenti che hanno colpito un’intera
generazione.
Vera e propria opera di sperimentazione del linguaggio cinematografico, La vera storia di
Luisa Bonfanti è un insieme armonico di più formati e stili – Livia Bonifazi canta anche
cinque canzoni scritte da Fabrizio Gatti per il film – tanto da rendere l’opera assolutamente
unica e originale.
“Tra finzione fuori dagli schemi e materiali dell’archivio AAMOD, un ritratto ironico e amaro
delle utopie e delle contraddizioni di un’epoca ancora capace di produrre “folgorazioni”.

Tra i 10 migliori film letterari del 2022 – Classifica Bookciak Magazine.
Miglior regia autore al 40° Primo Piano sull’Autore – Festival Pianeta Donna
Migliori costumi al 40° Primo Piano sull’Autore – Festival Pianeta Donna
Premio Cinema Indipendente Sergio Pastore
Premio RomaVideoclip a Livia Bonifazi per l’interpretazione di “C’erano parole che…”
canzone originale di Fabrizio Gatti contenuta nel film.
Premio RomaVideoclip miglior regia a Franco Angeli per “C’erano parole che…”
Le canzoni originali del film, scritte da Fabrizio Gatti e interpretate da Livia Bonifazi, sono
disponibili sulle maggiori piattaforme digitali. I dischi dell’espleta.

DALLE NOTE DI REGIA
La vera storia di Luisa Bonfanti è già una contraddizione in termini: è una ‘storia’, quindi un
racconto, una favola, un’invenzione, ma aspira ad essere anche ‘vera’, reale, o quantomeno
probabile e verosimile.

Io non so se Luisa Bonfanti sia realmente esistita, voglio dire magari con un altro nome, in
un’altra città, in un altro tempo, ma è sicuramente esistito lo sguardo che la donna ha sulla
sua vita nel momento della morte. Quel girarsi indietro alla ricerca di una ragione.
Credeva Luisa, che nell’attimo prima di morire le sarebbe stato rivelato il disegno, ma quello
che trova è solo una serie casuale di coincidenze, frammenti disordinati e sparsi, che col
tempo, sono diventati la sua vita.
E ci dice che non c’è nulla di universale, di condivisibile, se non la Storia, attraverso la
quale, troviamo e riconosciamo qualcosa di noi.
La vera storia di Luisa Bonfanti è difficile da collocare se non si abbandonano le
schematizzazioni alle quali siamo abituati. Il film è figlio di diverse discipline: cinema,
documentario, videoarte, videoclip. E’ il racconto di un’esistenza, interamente ricostruito
dalla protagonista: unica voce narrante dell’intera vicenda.
Luisa Bonfanti nasce nel 1948, la sua vita attraversa gli anni ’60, ’70, ’80 passando accanto –
come ognuno di noi – alle vicende che hanno segnato la nostra Storia.
Volevo amalgamare più linguaggi, mettere insieme più formati, per questo ho fatto del
digitale la materia espressiva di più stili: il bianco e nero, il colore, la fiction, il documentario,
il repertorio, il videoclip. Il digitale – e la sua principale natura, l’elaborazione – mi ha
consentito di far convivere frammenti provenienti da matrici diverse, di dare unità a materiali
eterogenei.

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