Giornata dell’educazione: Giovanna Giacomini “educare significa stimolare in
ciascuno di noi la formazione della versione migliore di sé”.
Il 24 gennaio si festeggia la Giornata Internazionale dell’Educazione, promossa dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite.


“Oggi viviamo in un tempo mutevole, veloce, caratterizzato da cambiamenti che ci mettono a dura
prova. Abbiamo vissuto anni difficili, che hanno messo in luce tutta l’incertezza della nostra
società. In questa situazione non conta essere i migliori, ma i più adatti. Dobbiamo rivedere la
nostra scala di valori e mettere da parte la ricerca di competenze a favore della promozione del
benessere inteso come capacità di saper tirar fuori da sé il meglio in qualsiasi circostanza”
sostiene Giovanna Giacomini, pedagogista, formatrice e creatrice del paradigma


pedagogico Scuole Felici® che prosegue: “l’educazione è proprio questo: ex-ducere, condurre
fuori. Stimolare in ciascuno la formazione della versione migliore di sé. La pratica dell’educazione
è fondamentale per poter evolvere. È necessario però contestualizzarla, non possiamo pensare
all’educazione come a una grande teoria slegata dal contesto storico e sociale nel quale viviamo.
Parlare di pratica dell’educazione significa parlare di disciplina, intesa come stile di vita. Solo in
questo modo, mettendola in pratica giorno dopo giorno, possiamo ottenere e vederne i risultati.”
A fronte della situazione che si è venuta a delineare negli ultimi anni, il sistema educativo deve
necessariamente porsi delle priorità tra cui:

  1. Inclusione ed equità. Un’educazione all’inclusione e all’equità non significa una
    educazione che tende all’appiattimento ossia a rendere tutti uguali sulla base di modelli
    standard, ma al contrario è quella che permette a un individuo di promuovere la migliore
    versione di sé, qualunque essa sia.
  2. Accessibilità. L’educazione deve essere accessibile a tutti, non solo a livello geografico,
    dobbiamo dare a tutti la possibilità di accedere a contenuti educativi, formativi e d’istruzione
    con facilità.
  3. La centralità della persona. È fondamentale che il benessere dell’individuo venga prima
    di una qualsiasi valutazione. Ciò significa che il sistema educativo scolastico deve spostare
    il proprio focus dai voti al benessere della persona. Solo focalizzandoci su questo
    possiamo portare l’individuo ad apprendere e sviluppare competenze che poi sarà in grado
    di portare nel mondo.
  4. Adottare modelli innovativi. È innegabile che l’educazione debba necessariamente
    svecchiare i propri processi, non solo per quanto concerne la formazione, ma anche e
    soprattutto negli ambiti dell’istituzione educativa e scolastica ad esempio intervenendo sugli
    ambienti scolastici.
  5. Tendenza alla pace. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo dove, episodi di
    violenza, maleducazione e guerre sono all’ordine del giorno, educare alla pace è diventata
    un’urgenza. Progetti per contrastare il bullismo e le dipendenze che già sono presenti nelle
    nostre scuole devono essere visti come una piccola parte di un progetto molto più ampio il
    cui scopo è un orientamento generale alla pace e alle relazioni positive. Solo così sarà
    possibile sviluppare e costruire istituzioni più responsabili efficaci e responsabili a tutti i
    livelli.
    L’educazione italiana evidenzia diverse problematiche sulle quali è necessario intervenire al più
    presto se vogliamo garantire un futuro ai nostri bambini e ragazzi.

Per Giovanna Giacomini si possono identificare tre grosse difficoltà nel nostro sistema
educativo: “in primis una forma mentis troppo radicata, retaggio del nostro background culturale,
sociale e religioso che vede nell’errore un nemico da combattere a tutti i costi e una visione
individualistica delle performance, una sorta di – sono io contro tutti – che limita la capacità di
lavorare e far lavorare in gruppo. L’attenzione è focalizzata sui successi del singolo e si presta
poca attenzione all’intelligenza emotiva. Nell’educazione vediamo ancora un eccesso di
nozionismo. È invece auspicabile sviluppare una cultura educativa che metta al centro le
competenze, integrando i programmi dei sistemi educativi con materie più creative come ad
esempio l’arte, la musica e il teatro. Occorre portare l’attenzione su altre skills capaci di portare i
bambini e i ragazzi a sviluppare un pensiero critico e analitico in modo da guidarli nella ricerca
della propria strada. Dobbiamo prendere atto che i sistemi educativi e scolastici odierni sono
obsoleti, non rispondenti a quelli che sono i risultati emersi dagli studi in neuroscienza degli ultimi
15 anni. In Italia oggi ci basiamo molto più sulla ripetizione di modelli (il classico impara l’esempio
e ripeti 100 volte) che su uno sviluppo di uno spirito critico che porterebbe ad apprendere in
maniera naturale.”
È quindi innegabile che il sistema educativo, in previsione del futuro, debba essere rivisto per poter
far fronte alle sfide che ci troviamo ad affrontare. Tra le più importanti la formazione di una
coscienza collettiva che guardi al domani. Non possiamo continuare a ragionare come singoli ma
dobbiamo farlo con la consapevolezza di essere parte di qualcosa più grande: il mondo in cui
viviamo. Inoltre dobbiamo pensare a un’educazione nella libertà e verso la libertà, sempre
comunque nel rispetto di tutti. Libertà di essere chi sono avendo però ben chiaro di dove arriva la
mia e dove inizia quella dell’altro. Il concetto di libertà apre numerose riflessioni e deve essere
sviscerato, sperimentato e fatto toccare con mano dai bambini e i ragazzi.
“Solo attraverso l’educazione possiamo ridare un futuro alle nuove generazioni. Non
possiamo più aspettare, dobbiamo agire oggi, qui e ora, e dobbiamo farlo tutti. Non trincerarci
dietro l’idea che sia un “problema” dei soli addetti al settore. Occorre capire con urgenza che per
cambiare il domani è necessario lavorare nel presente, e che ognuno deve fare la sua parte. È
necessario potenziare per esempio l’intervento pedagogico a sostegno delle famiglie, dei neo-
genitori e delle scuole; c’è bisogno di avere più risorse economiche per poter trasformare
veramente le strutture scolastiche e renderle realmente ambienti di apprendimento, investire in
questo settore in maniera significativa anche a livello politico. C’è sicuramente bisogno di fare una
riflessione generazionale, i genitori devono mettersi in discussione, riflettere su quali valori
vogliono trasmettere ai figli, e perché no, recuperare alcuni valori dal passato che si sono persi
strada facendo” conclude Giovanna Giacomini.

BIO
Giovanna Giacomini
Formatrice e pedagogista, nel 2015 fonda GD EDUCA, società che si occupa di servizi educativi e di
formazione. Utilizzando i propri servizi all’infanzia come officina creativa, dà vita all’esperienza di «Scuole
felici®» che si ispira al modello danese dell’educazione e alle culture orientali. A oggi 10 scuole dell’infanzia
in Italia hanno scelto di seguire la filosofia “Scuole Felici”. Giovanna Giacomini è inoltre l’ideatrice del portale
Educatori WOW che fornisce corsi online e materiali per genitori, educatori e docenti.

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