Il Commissario Nazionale alla siccità: “Italia in Ecoshock, problemi gravi da Nord a Sud. Basta cerotti, occorrono interventi strutturali. Ecco quali”

“Un libro che fa cultura sul cambiamento climatico è sempre un momento importante, di confronto fondamentale”. Così il Commissario Nazionale alla Siccità Nicola Dall’Acqua alla presentazione del libro “Ecoshock” (Rubbettino) del giornalista e scrittore Giuseppe Caporale ieri sera, mercoledì 5 luglio, a Bologna. “In veste di Commissario sto facendo, insieme ai tecnici non solo della Comunità europea ma anche del resto della parte del mondo, continui sopralluoghi sulle infrastrutture del nostro paese, soprattutto su quelle legate all’aspetto idrico, i cosiddetti invasi – spiega Nicola Dall’Acqua. “E da questi sopralluoghi emerge quante opere infrastrutturali abbiamo fatto nel nostro paese e quanto queste siano state gestite male negli ultimi cinquant’anni, sia al Nord che al Sud”. E aggiunge: “Il cambiamento climatico c’è, è sotto gli occhi di tutti e se non prendiamo atto del fatto che le temperature sono cambiate, così come le frequenze delle piogge, e che probabilmente gli invasi, ad esempio in Pianura Padana, non sono sufficienti, non riusciamo ad affrontare il problema”.  Per Nicola Dall’Acqua “Ecoshock” mette in evidenza “aspetti che solo con una pianificazione attenta possiamo affrontare”. “Non possiamo in Italia chiamare tutte le volte un Commissario e sperare che con i poteri straordinari possa mettere qualche cerotto – puntualizza Dall’Acqua. “Dobbiamo fare una pianificazione seria in ogni distretto, riportare al centro della pianificazione le autorità di distretto, perché una pianificazione idraulica, idrica e idrogeologica non può essere che a base di distretto, e cercare di affrontare la situazione. Prima di tutto, però, già da domani – rincara Dall’Acqua – dobbiamo rifunzionalizzare tutte quelle opere che sono state costruite nel Dopoguerra e che non vengono gestite in maniera idonea, anche perché probabilmente pensavamo di avere sempre a disposizione acqua e con una certa frequenza. Non mi sto riferendo solo al fatto che la stragrande maggioranza degli invasi ha grossi problemi di insabbiamento e di interrimento – precisa -. Tanti li hanno, ma sto pensando anche a tutti quegli invasi costruiti e non utilizzati al meglio per vari problemi amministrativi e tecnici che possono essere affrontati, sistemati e in poco tempo”.

“È dal 2003 che continuo a dire che c’è il cambiamento climatico – ribadisce il Commissario Nazionale alla siccità – L’aspetto amministrativo con cui stiamo gestendo l’acqua non è idoneo. Non è idoneo perché, ad esempio, in alcune parti del paese gli invasi portano via acqua d’estate, perché la trattengono e la turbinano anche d’inverno, e nessuno poi pensa a trattenerla quando è turbinata e sta arrivando a valle”. E dopo aver fatto i complimenti all’autore Giuseppe Caporale “perché forse ha capito prima di altri quanto sia fondamentale far comprendere alla gente che ci troviamo di fronte a un clima completamente cambiato, perché se la gente lo capisce, lo capiscono anche i tecnici e la politica”, invita tutti ad agire. “Se continuiamo a fasciarci la testa di fronte all’evento drammatico che sistematicamente si presenta, finiamo per spostare il problema. Il problema – conclude Nicola Dall’Acqua – si risolve invece mettendo innanzitutto a posto quello che abbiamo costruito, e questo probabilmente sarà il mio compito, e poi con una pianificazione seria a base di distretto che non segua logiche locali, ma segua le logiche idrauliche e di sistema”.

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