CELEBRAZIONE DEL 25° ANNIVERSARIO DELL’INIZIO DELLA MISSIONE “MULTINATIONAL SPECIALIZED
UNIT – MSU” IN BOSNIA HERZEGOVINA E VISITA AI COMANDI PROVINCIALI DI GORIZIA E TRIESTE DA
PARTE DEL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI.

Questa mattina, all’interno della Caserma “Cascino”, sede del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli
Venezia Giulia”, si è tenuta la celebrazione del 25° anniversario dell’inizio della Missione
“Multinational Specialized Unit – MSU” in Bosnia Herzegovina (2 agosto 1998 – 2 agosto 2023)
alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata
Teo LUZI.


La cerimonia è stata preceduta dalla visita dell’alto Ufficiale al Comando Provinciale dei
Carabinieri di Gorizia.
Ricevuto dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Gorizia, Colonnello Massimiliano BOLIS,
il Comandante Generale ha incontrato tutti gli Ufficiali, i Comandanti di Stazione e una
rappresentanza dei Carabinieri operanti nella provincia isontina, fra i quali anche quelli del Nucleo
Ispettorato del Lavoro e del Nucleo di Polizia Militare della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del
Friuli” di Gorizia, nonché i delegati della Rappresentanza Militare.
Nel corso dell’incontro, il Generale LUZI ha espresso il proprio apprezzamento per l’impegno
quotidianamente profuso dai militari del Comando Provinciale di Gorizia, richiamando i valori etici
che hanno reso l’Arma punto di riferimento per i cittadini e ribadendo la fondamentale importanza
della presenza sul territorio delle Stazioni Carabinieri che rappresentano un irrinunciabile presidio
di legalità per le comunità in cui sono chiamate a operare.
Successivamente il Comandante Generale si è spostato presso la Caserma “Cascino”, sede del 13°
Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, dove, dopo essere stato accolto dal Vice
Comandante Generale dell’Arma e Comandante delle Unità Mobili e Specializzate, Generale di
Corpo d’Armata Riccardo GALLETTA e dal Comandante della Divisione Unità Mobili, Generale
di Divisione Aldo IACOBELLI, ha presieduto alla celebrazione della ricorrenza che ha visto lo
schieramento della Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, della Fanfara
della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze e di un Reggimento di formazione composto da
appartamenti alla 2^ Brigata Mobile Carabinieri, ovvero 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, 7°
Reggimento Trentino Alto Adige e 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” con un’aliquota di
militari appartenenti al Gruppo d’Intervento Speciale Carabinieri (GIS). Alla cerimonia, alla quale
sono intervenute le più alte Autorità civili e militari della Regione, i delegati degli organismi della
Rappresentanza Militare nonché dirigenti delle Associazioni Professionali a carattere Sindacale tra
militari – presenti anche alle visite ai due Comandi Provinciali, hanno partecipato anche i militari
che costituirono, venticinque anni fa, il corposo nucleo iniziale del primo Reggimento MSU in
Bosnia e tra questi, in particolare, il Generale di Corpo D’Armata (in congedo) Leonardo LESO,
Comandante all’epoca dell’Assetto.
Nel suo intervento il signor Comandante Generale, dopo aver indirizzato i saluti di rito alle Autorità
presenti, ha rivolto un commosso pensiero a tutti i Caduti dell’Arma nelle missioni internazionali di
pace, fra cui quelli in terra di Bosnia – Colonnelo Ermanno FENOGLIETTI, Maresciallo Marcello

Joseph GALLONI e Carabiniere Angelo FOCCIÀ – i Caduti di Nassirya, di cui da pochi giorni si è
celebrato il ventennale dell’attentato, e il Carabiniere Vittorio IACOVACCI, caduto in Congo il 22
febbraio 2021, insieme al suo Ambasciatore, Luca Attanasio e al loro autista.
Inoltre ha evidenziato che la forza dei rapporti umani, fattore di coesione nei Reparti dell’Arma, è
stata essenziale per far germogliare e affermare quel nuovo assetto della NATO, che si basava su un
modello di lavoro differente in grado di interpretare la complessa realtà bosniaca all’indomani della
firma degli accordi di Dayton. Infatti, il contingente multinazionale NATO, con i suoi robusti assetti
militari certamente adatti a un classico scenario di guerra, non riusciva invece a soddisfare quelle
esigenze di ordine e di sicurezza pubblica, che invece potevano essere soddisfatte da una forza
militare dotata di prevalenti capacità di polizia, in grado – in prima battuta – di sostituirsi alla polizia
bosniaca, per poi affiancarla nella sua graduale crescita verso l’autonomia capacitiva. Su questi
presupposti nacque la Multinational Specialized Unit.
Il modello MSU si rivelò vincente, tanto che poco dopo fu replicato ancora nei Balcani Occidentali
(in Kosovo e in Albania) e dal 2003 anche in Medio Oriente (in Iraq) e trova ancora oggi piena
applicazione a Pristina, in Kosovo, nell’ambito della missione KFOR della NATO. Tale modello è
antesignano del concetto di Stability Policing (Polizia di Stabilità), che costituisce un moderno
strumento di gestione delle crisi internazionali e consente di fornire supporto a paesi destabilizzati
attraverso azioni di rafforzamento o sostituzione delle locali Forze di Polizia, nonché di supporto
alla popolazione, consentendo così di ricostituire gli essenziali livelli di democrazia e sicurezza
sociali. Oggi, lo Stability Policing ha ottenuto un riconoscimento dottrinale in una pubblicazione
NATO, di cui l’Arma dei Carabinieri è custode nazionale, e ha portato ad istituire nel 2014 uno
specifico Centro di Eccellenza NATO a Vicenza. Al riguardo, il Signor Comandante Generale ha
evidenziato che il successo di questa continua affermazione internazionale è la capacità dell’Arma
di esprimere, anche all’estero, gli stessi valori e i principi che contraddistinguono tutti i Carabinieri
in Italia, al servizio delle comunità e del cittadino.
Il riconoscimento di quanto fatto dai Carabinieri nel corso delle missioni di pace, in effetti, è
riconosciuto da Organismi Internazionali, fra cui NATO, EU e ONU, che sempre più
frequentemente richiedono il contributo dell’Arma nei più diversificati e sensibili contesti operativi.
Proprio recentemente, infatti, l’Arma è stata interpellata dagli Stati Uniti nella sua azione volta a
promuovere il dialogo tra Israele e l’Autorità Palestinese e dal 17 novembre 2023, nel pieno del
conflitto israelo-palestinese, è tornata a Gerusalemme schierando due Ufficiali superiori.
In conclusione, il Signor Comandante Generale ha voluto rivolgere il suo saluto ed esprimere la
propria gratitudine e quella dell’intera Istituzione ai 386 Carabinieri che attualmente si trovano
schierati nelle 22 missioni operative, in 16 Teatri, tenendo alto il prestigio dell’Arma e della Difesa
italiana nel mondo. A questi se ne aggiungono altri 500 chiamati a garantire la sicurezza in oltre
200 sedi diplomatiche all’estero, di cui 21 considerate a rischio.
Al temine della cerimonia il Comandante Generale ha inteso visitare anche il Comando Provinciale
di Trieste dove è stato ricevuto dal Colonnello Mauro CARROZZO. Anche in questo caso ha
incontrato gli Ufficiali ed un’ampia rappresentanza del personale operante nella provincia nonché
una delegazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il breve ma significativo momento di
confronto è stata l’occasione per un bilancio dell’attività condotta dall’Arma a Trieste e per un
indirizzo di saluto pregno dei valori che informano l’operare quotidiano dei Carabinieri e la loro
vocazione alla prossimità. Al termine dell’intensa giornata in Friuli Venezia Giulia, il Comandante
Generale ha fatto rientro a Roma.

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