Compie oggi 74 anni Michele Placido, l’artista pugliese che avrebbe dovuto essere un poliziotto, invece finisce per interpretarlo spesso sullo schermo. Il  suo primo film da attore è datato 1972 e, ovviamente, vuoi per fisicità che per stereotipi meridionali, si tratta di parti del filone poliziesco all’italiana del periodo, ma il nostro dimostra una ottima versatilità, oltre a una certa propensione per i ruoli torbidi ed ambigui, che via via affronta con disinvoltura. Lavora con grandissimi registi tra cui Mario Monicelli, Luigi Comencini, Francesco Rosi, Gianni Amelio.

A  metà anni ’80, accetta il ruolo del Commissario Cattani nella serie TV La piovra e diventa popolarissimo; questo gli permette di riprendere la carriera cinematografica con parti di grande qualità e maturità, tra cui Mery per sempre, Giovanni Falcone, Lamerica, Il caimano, La sconosciuta, per citarne qualcuno.

Inizia a dirigere nel 1990, con Pummarò, e trova una nuova dimensione artistica di grande intensità e lucidità politico-storica: suoi Romanzo criminale (2005), straordinario affresco della Banda della Magliana e di un’Italia dai destini sin troppo misteriosi, e Vallanzasca (2010), storia dell’omonimo criminale nell’Italia di Craxi. Dopo tanta regia, tornato questo anno sullo schermo davanti alla videocamera in Odio l’estate.

1 Orso d’Argento per il miglior attore al Festival di Berlino e 4 David di Donatello.

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