TeatroBasilica
666.PPP – QUEL DIAVOLO DI PASOLINI – LST Teatro
1° novembre 2025, ore 21:00
2 novembre 2025, ore 16:30
Credits:
testo e regia Manfredi Rutelli
con Giulia Canali, Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan
e la voce di Diletta Maria D’Ascanio
musiche originali Riccardo Panfili, eseguite da Tetraktis Percussioni
sonorizzazione e paesaggi sonori Paolo Scatena
multimedia artist Andrea Bisconti
disegno luci Alessandro Martini
allestimento Fabio Barbetti
assistente alla regia Alessia Zamperini
una Coproduzione LST Teatro e TETRAKTIS Percussioni
con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al TeatroBasilica, sabato 1° novembre 2025 alle ore 21:00 e domenica 2 novembre alle ore 16:30,
va in scena 666.PPP – Quel diavolo di Pasolini, una produzione LST Teatro scritta e diretta da
Manfredi Rutelli.
Sul palco Giulia Canali, Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan, accompagnati dalla voce di
Diletta Maria D’Ascanio. Le musiche originali di Riccardo Panfili, eseguite dal gruppo Tetraktis
Percussioni, intrecciano la narrazione a un tessuto sonoro denso e visionario, mentre la
sonorizzazione e i paesaggi sonori portano la firma di Paolo Scatena.
Un viaggio teatrale che evoca, attraverso il linguaggio della scena e della musica, la figura di Pier
Paolo Pasolini – artista, poeta, intellettuale e “diavolo” irrequieto del Novecento – restituendone il
pensiero, le contraddizioni e la forza profetica.
Sinossi:
Una fiaba. Il libro, il Diavolo, il violino, la tentazione della ricchezza futura, la nostalgia della vita
passata, una principessa: nel 1917, Stravinskij e Ramuz presero in prestito questi simboli dalle fiabe
popolari russe per creare una delle più affascinanti operazioni musicali e drammaturgiche del ‘900,
L’histoire du Soldat. In quella straordinaria opera di teatro musicale raccontarono la tragedia
dell’uomo di fronte al fato, alle forze che lo trascendono e che, prendendosi gioco di lui, lo portano
alla distruzione. Un soldato in congedo, sostando sulla via del ritorno verso il paese natale, tira fuori
dal proprio bagaglio un violino e inizia a suonare; attratto dalla sua maestria, compare all’improvviso
il Diavolo, in incognito, che lo avvicina proponendogli un affare, il famigerato patto: cedergli il violino
e insegnargli a suonarlo, in cambio di un libro dal quale gli promette di ottenere ricchezza infinita. 
Nell’agosto del 1973, Pasolini lavorò, con Sergio Citti e Giulio Paradisi, alla sceneggiatura di un film
fortemente ispirato a quell’opera. Quella versione vagheggiata, e mai realizzata, per la sopraggiunta
morte del poeta, si poneva come dissacrante, popolare, militante e disperata rilettura
contemporanea del capolavoro di Stravinsky–Ramuz, prospettando la possibilità di rivolta, e la
speranza che l’umanità di allora potesse inceppare la macchina infernale da lui tante volte,
provocatoriamente, criticata. 

Se noi oggi, nel 2024, vogliamo, come Pasolini, far risuonare gli antagonismi, le valenze critiche di
quell’opera fin dentro le maglie della nostra società, quella dei nostri tempi, dobbiamo porci gli stessi
interrogativi che guidarono il poeta cinquanta anni fa: chi impersona oggi il soldato, l’uomo comune?
Chi è il Diavolo? Quale oggetto può oggi incarnare il Violino, l’anima, l’ethos? Da cosa può essere
rappresentato oggi il Libro dell’archetipo patto col diavolo, elemento di corruzione, su cui imparare a
leggere e da cui poter “conoscere e decidere” il futuro? Per dipanare il filo di questi interrogativi,
oggi, nella società delle risposte immediate a domande mai formulate, dobbiamo tentare un
esercizio di anacronismo deliberato: applicare al Pasolini degli anni ’70 gli strumenti dello stesso
Pasolini; ripensare il Pasolini dell’Historie, attraverso le lenti di un immaginario Pasolini catapultato
negli anni ’20 del XXI secolo, nei panni di un diavolo assetato di vendetta per punire quella società
che cinquant’anni fa non ha ascoltato il suo grido di allarme, il suo monito contro il capitalismo
devastante e tiranno e che non è riuscita ad inceppare quella macchina infernale che la sua arte, i
suoi scritti, le sue riflessioni, ci avevano tante volte ben mostrato.
Una produzione di LST Teatro e TETRAKTIS Percussioni, coadiuvati e sostenuti in questa
avventura dalle musiche originali di Riccardo Panfili, dalle elaborazioni video di Andrea Bisconti e
dalle luci di Alessandro Martini, insieme nella continua ricerca di linguaggi contemporanei che
sappiano, con ironia, innescare una permanente guerriglia culturale armata di domande, dubbi e
riflessioni, senza la certezza di alcuna risposta.
�� INFORMAZIONI
Il “TeatroBasilica” è diretto dall’attrice Daniela Giovanetti e dal regista Alessandro Di Murro. L’organizzazione è
a cura del collettivo Gruppo della Creta e di un team di artisti e tecnici. Supervisione artistica di Antonio
Calenda. Ulteriori info sul TeatroBasilica sono reperibili a questo link:
https://www.teatrobasilica.com/chi-siamo
Dove siamo:
Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma
www.teatrobasilica.com
email: info@teatrobasilica.com
telefono: +39 392 9768519
Link utili
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