Hugh Honour, lo Storico dell’Arte che rivalutò il Neoclassicismo, a lungo tenuto in un limbo
ideologico, scrisse: “E’ lo stile del Tardo Settecento, della fase culminante, rivoluzionaria, di
quella grande esplosione di ricerca umana, nota con il nome di Illuminismo”. Due artisti sono
stati i grandi protagonisti, che diedero prestigio alla nuova corrente: Jaques Louis David per la
pittura e Antonio Canova per la scultura. Molto diversa la concezione espressiva tra loro, politica
e contigua alla Rivoluzione francese quella del pittore, che ha lasciato spettacolari capolavori
come “Il giuramento degli Orazi (preannunciante l’imminente rivolta popolar-borghese) e “La
morte di Marat” (famosissimo dipinto, sintomo della decadenza dello spirito originario della
stessa. Con l’avvento imperiale di Napoleone, divenne il suo artista prediletto.



Il percorso dello scultore fu meno fragoroso e molto vicino allo spirito illuminista. Ha scritto
Wilckelmann: “La libertà, solo la libertà ha sollevato l’Arte alla sua perfezione.”
Questo negli Anni Sessanta, preannunciando gli esiti politici della Rivoluzione del 1789.
Antonio Canova, dotato di qualità esecutive straordinarie, fu influenzato inizialmente da David
(più vecchio di lui di nove anni) e per questo abbandonò la sua adesione al Rococò. Unì il suo
virtuosismo ad uno spirito innovativo che lo rese sempre più ricercato anche a Roma, dove si
era recato come molti altri artisti del tempo. Diede prova di volersi distaccare dalla vocazione
meramente classicista, utilizzando la rappresentazione della morte come lo sviluppo di una sua
idea spirituale, anticipando il Simbolismo, con una geniale intuizione di matrice dantesca. Con il
Monumento funebre di Clemente XIV (1783/1787) e poi quello stupefacente dedicato
all’Arciduchessa Maria Cristina (1799/1805) mutò radicalmente l’idea di esaltazione del defunto
per sostituirlo con l’entrata di figure dolenti nell’oscura porta dell’aldilà. Ha ispirato,
probabilmente, anche Arnold Bocklin, autore dei famosi dipinti a tema “L’isola dei morti”. Autore
di sculture famosissime, come “Amore e Psiche” e “Paolina Borghese Bonaparte” Canova ebbe
una concezione anche architettonica della scultura, come nei sopracitati monumenti funebri e
nella realizzazione della chiesa dove sarebbe stato sepolto, di impianto neoclassico sapiente e
sobrio. La si può ammirare di fronte alla Gipsoteca Canoviana di Possagno, che raccoglie una
quantità enorme di modelli, bozzetti e disegni di uno dei più grandi scultori di tutti i tempi.
Inglobando la casa natale dell’artista, il museo è considerato la più importante collezione di
gessi europea dedicata ad un unico autore. Grazie al contributo dell’architetto Carlo Scarpa, ha
assunto una funzione didattica e di cultura della visione assai innovativa. In tempi recenti è stata
oggetto di restauri e modifiche del percorso filologico che la rendono ancora più interessante e
scorrevole.
Museo Gypsoteca Antonio Canova.
Via Antonio Canova, 74 Possagno (Treviso).