a cura di Oriano Bertoloni redazione Terza Pagina Magazine

184 dipinti in quattro sale, più una serie di sculture, mobili e pregevoli mappamondi, costituiscono la raccolta di un piccolo, straordinario museo. Lo hanno lasciato alla città di Roma due cardinali: Bernardino e Fabrizio Scala. Per una precisa disposizione testamentaria, la collezione viene presentata come originariamente era stata concepita, con i dipinti sovrapposti alle pareti, usanza comune nelle dimore aristocratiche. Non è l’unico museo italiano di importanza rilevante a mantenere quella disposizione: a Firenze la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, di dimensioni ben più ampie, ha in buona parte delle sale le stesse caratteristiche.

Eccezionale concentrazione di Arte Barocca, esposta al primo piano del cinquecentesco Palazzo Capodiferro (sede anche del Consiglio di Stato), la raccolta Spada annovera numerosi capolavori. Da sottolineare: uno dei dipinti più realistici ed incisivi di Guido Reni, dedicato al Cardinale Bernardino Spada; “Il ritratto di un musico”, del giovane Tiziano Vecellio, esprime la capacità del grande artista di anticipare temi innovativi, precursori della pittura romantica italiana. Il massimo esponente della scultura Barocca, Gian Lorenzo Bernini, è presente anch’esso con un’opera giovanile, “La testa di Laocoonte”: una interpretazione personale della grande statua greco ellenistica, trovata nella Domus Aurea. Fu uno dei motivi che portò al recupero dei temi classici, emarginati dal cristianesimo in quanto simboli di religioni pagane.

 Una statua romana, del primo secolo d.C, dedicata ad un ignoto filosofo, è la dimostrazione che i nostri antenati riuscirono a rendere autonoma la loro espressione artistica, per troppo tempo assoggettata ai modelli greci. L’opera sembra preannunciare il naturalismo che arriverà solo dopo settecento anni! Da sottolineare la “Morte di Didone” del Guercino”; il “Sonno” di Alessandro Algardi; “Le tre teste” del Parmigianino, che è un frammento di un affresco staccato. Da non perdere due dipinti della più grande pittrice italiana: “La Santa Cecilia” e la dolce “Madonna con il bambino” di Artemisia Gentileschi. Ma sono solo alcuni esempi della collezione, che annovera anche il bozzetto del “Trionfo del nome di Gesù” del Baciccio (Giovan Battista Gaulli), utilizzato per eseguire il suo capolavoro: l’affresco della volta, nella Chiesa romana del Gesù.

Al termine della visita, una sorpresa architettonica: il “Giardino Segreto”, opera di Francesco Borromini. L’ illusione ottica ci darà l’impressione di percepire il colonnato come lungo più di trenta metri. In realtà, per un geniale gioco prospettico, la lunghezza reale è di otto metri e trentadue centimetri!

Galleria Spada – Piazza Capodiferro, 13  – Roma

Orario  8.30-19.30     dal lunedì alla domenica (chiusa il martedì)

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