In Italia esiste una grande quantità di piccoli musei. Molti di quei siti non sono da sottovalutare,
per la qualità dei loro contenuti. Uno di questi si trova a Fauglia, nelle belle colline pisane, ed è
dedicato a Giorgio Kienerk. Chi era questo artista italiano dal cognome difficile da pronunciare?
Il padre era svizzero e la madre francese, ma egli si riconobbe pienamente nel nostro paese.
Nato a Firenze, nel 1869, il padre, che aveva intuito le capacità creative del ragazzo, dopo le
superiori lo mise “a bottega” dall’amico Adriano Cecioni per imparare a dipingere e scolpire. Nel
1886, ancora grazie al padre, Giorgio divenne allievo di Telemaco Signorini, uno dei più grandi
esponenti dei Macchiaioli. Senza grandi difficoltà, Kienerk si inserì a pieno titolo in quella
corrente espressiva, sposandone le tecniche e le tematiche senza riserve. Lentamente, resosi
conto della staticità che i maggiori esponenti del movimento oramai continuavano a sostenere,
si insinuò in lui il desiderio di provare differenti strade. La preziosa amicizia che aveva con
Alfredo Muller, pittore italiano anch’esso dal nome straniero, che faceva la spola tra Firenze e
Parigi, gli permise di comprendere cosa stesse accadendo nella capitale della cultura artistica e
innovativa di fine Ottocento.




Muller ed altri italiani votati a una prudente innovazione, diedero voce al movimento che si definì
“Postmacchiaiolo”. L’idea era quella di restare fedeli alla tradizione italiana e toscana in
particolare, arricchendola di scelte articolate, senza però spingersi verso i Futuristi,
stilisticamente radicali e rivoluzionari. La scultura di Kienerk rimase ancorata ad un raffinato
realismo, dai tratti ancora veristici, che ebbe un successo tale da indurre Pietro Mascagni ad
acquistare “Vanità”, un piccolo gioiello in marmo che permise all’artista di divenire ancora più
conosciuto. Egli volle anche dedicarsi all’illustrazione di libri per ragazzi e testi scolastici,
affinando la tecnica della litografia con esiti notevoli, anch’essi ammirabili nel Museo di Fauglia.
Nel 1895 fu nominato Socio Onorario, in qualità di scultore, presso la Regia Accademia di Brera.
Nel 1905 vinse il concorso come Direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia. Sperimentò, in
qualità di pittore, il Divisionismo, il Simbolismo, per approdare all’Art Nouveau (scuola francese
ostile alle correnti più innovative come il Cubismo, l’Astrattismo e oltre) che in Italia assunse il
nome di Liberty.
Dopo la pensione, Giorgio Kienerk decise di ritirarsi nella sua villa sulle colline Pisane, dove si
spense nel 1948. Nei suoi ultimi anni era tornato a dipingere all’aria aperta, recuperando le sue
passioni giovanili mai rinnegate. E’ stato un artista eclettico, dotato di reali capacità espressive.
Ha eseguito dei bellissimi ritratti e molti suggestivi paesaggi. L’unica erede, la figlia Vittoria,
donò una ricca collezione di opere alla cittadina toscana con il vincolo di creare un museo
dedicato al padre. Una gita a Fauglia è consigliata per chi volesse scoprire un autore di qualità,
ingiustamente dimenticato.