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INTERNATIONAL JAZZ DAY A ROMA
FESTA DEL PRIMO MAGGIO

Vivian TommasopresentaGIOVANNI TOMMASO: LA COPPA DEL JAZZ
Il docufilm che celebra i 60 anni di carriera del contrabbassista sarà proiettato all’interno di una giornata di festa dedicata alle arti dello spettacolo CAPPELLA ORSINIVia di Grotta Pinta, 21 – Roma

Programma Ore 18:30 – MUSICA
Concerto con Federica RAJA, Mario RAJA e Francesco POETI
Ore 19:30 TEATRO
Mademoiselle Lycanthropecon Vivian TOMMASO (voce recitante) e Alessandro BOTTI (contrabbasso)
Ore 20:30 – CENA
Ore 21:30 – CINEMA
Proiezione del Docufilm Giovanni Tommaso: la coppa del jazz
 Introduce la serata Adriano MazzolettiSpecial guest: Giovanni Tommaso

Ingresso con prenotazione obbligatoria:+39 3474856302 – cappellaorsini@gmail.comhttps://www.cappellaorsini.net/
In occasione dell’International Jazz Week, arriva a Roma il docufilm che celebra i sessant’anni di carriera di un grandissimo contrabbassista nel panorama della musica jazz internazionale: Giovanni Tommaso.  Domenica primo maggio, alle ore 21:30, presso la Cappella Orsini di Roma verrà proiettato Giovanni Tommaso: la coppa del jazz, lavoro realizzato dalla figlia Vivian Tommaso da un suo progetto originale e già candidato ai Nastri d’Argento.La proiezione del film sarà l’ultima tappa di una giornata di festa organizzata proprio da Vivian Tommaso come tributo alle arti dello spettacolo che partirà alle ore 18:30 con il concerto di Federica RajaMario Raja e Francesco Poeti per proseguire alle 19,30 con Mademoiselle Lycanthrope, un monologo tratto dal riadattato di testi di più autori, da Benni a Pirandello, e interpretato da Vivian Tommaso con l’accompagnamento di  Alessandro Botti al contrabbasso; infine, dopo la cena, alle 21:30, la proiezione di Giovanni Tommaso: la coppa del jazz. Ad introdurre la maratona culturale sarà il critico musicale Adriano Mazzoletti. Special guest della serata sarà proprio Giovanni Tommaso. “Quest’opera – afferma Vivian – nasce come un atto d’amore personale verso mio padre per avermi ‘salvato’ attraverso la sua musica, la sua curiosità e la sua vitalità, espressa in ogni campo. In tanti anni di  performance a contatto con i più importanti musicisti della scena jazz mondiale, è stato sempre comunque presente in famiglia facendo convivere mogli e figli nati da diverse unioni e soprattutto trasmettendo allo stesso livello l’amore per la famiglia e per il suo lavoro”. L’arte di Tommaso si collega alla storia di differenti scenari topici per il jazz, ricolmi di storie ed aneddoti che si intrecciano alla sua avventurosa vita che ha segnato tappe fondamentali per la costruzione di un nuovo genere di jazz tutto italiano. Questo prezioso racconto per immagini, che si integra in qualche modo alla sua autobiografia uscita di recente (Abbiamo tutti un blues da piangere, Edizioni Albatros), è un lavoro intimo e sentito che mette in risalto la “musica sincera” espressa da Tommaso in un percorso di testimonianze rilasciate sia dai membri della sua numerosa famiglia – dove i geni artistici sono radicati – sia da una serie di colleghi illustri che con lui hanno segnato frammenti incisivi della storia del jazz, dagli esordi al Perigeo, fino ai giorni nostri, o al cui stile compositivo e interpretativo si sono ispirati. Tra questi, solo per citarne alcuni, Renzo Arbore, Pupi Avati, Bruno Biriaco, Franco D’Andrea, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Rita Marcotulli, Gegè Munari, Enrico Rava, Daniele Scannapieco Tony SidneyGiovanni Tommaso nacque come autodidatta ma arrivò a suonare con Charles Mingus Chet Baker; visse i bombardamenti di Lucca durante la seconda guerra mondiale e fece le sue prime esperienze nelle navi di crociera transoceaniche per poi esibirsi giovanissimo nei music club di New York; fu strumentista, arrangiatore e produttore in RCA a contatto con artisti del calibro di Mina, Cocciante, Morandi, Morand, Gaetano e Graziani. A Roma, insieme a Pepito Pignatelli, aprì il Music Inn, uno dei luoghi cult di jazz dell’epoca e divenne un punto di riferimento per l’avanguardia musicale con il suo quintetto Perigeo. Ad oggi esercita ancora impeccabilmente la sua professione d’artista con un tocco inconfondibile. Questa sua “Coppa del Jazz” (nome ispirato ad un contest musicale radiofonico del secondo programma agli inizi degli anni Sessanta) è un doveroso omaggio della figlia alla sua arte, poesia ed esperienza di vita.“Realizzandolo – conclude Vivian Tommaso – ho pensato che potesse essere d’ispirazione ai giovani che si approcciano oggi alla musica, così come potesse rappresentare un Amarcord per i “grandi” che quel tipo di musica l’hanno vissuta da vicino”.
Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni – info@elisabettacastiglioni.it

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