a cura di Oriano Bertoloni redazione Terza Pagina Magazine

La Fondazione MAXXI, la più importante finestra romana proiettata sul futuro delle Arti Visive, rende omaggio a un grande artista: Giacomo Balla. Un coraggioso balzo all’indietro di un secolo, per consentire uno sguardo al Movimento Futurista, il più innovativo del Novecento in Italia. Al termine della seconda guerra mondiale, furono in molti nel nostro paese ad emarginare i maggiori esponenti di quella corrente, e Balla fu sicuramente il più osteggiato poiché coinvolto ideologicamente con il Fascismo. Subì la stessa sorte anche Umberto Boccioni, nonostante fosse morto nel 1916, sei anni prima dell’avvento del regime!

Ne approfittarono i vincitori del conflitto, soprattutto gli americani, che presero per poche lire decine di capolavori, che ogni tanto tornano in Italia in occasione delle mostre più importanti. Negli anni ottanta il Palazzo Reale di Milano dedicò una straordinaria retrospettiva a Boccioni e al Futurismo, che permise a molti appassionati di vedere dal vero dipinti provenienti da tutto il mondo dei maggiori esponenti del movimento. Io ero tra quelli, e ne ho ancora un ricordo indelebile.

Una analoga operazione di svelamento è stata concepita dal MAXXI, aprendo al pubblico, dopo un accurato restauro, la casa romana di Giacomo Balla in via Oslavia. Essa non è semplicemente il luogo in cui l’artista visse una buona parte della propria esistenza. Quell’appartamento divenne gradualmente una vera opera d’arte, una sorta di installazione ante litteram, una riflessione globale sul fenomeno futurista, ingiustamente relegato per decenni a rimorchio delle grandi innovazioni parigine. Se prendiamo un testo di Storia dell’Arte, scopriremo che una semplice occhiata alle date ci chiarirà le idee: il Cubismo di Picasso e Braque diede il la all’Arte contemporanea, intesa come cesura netta nei confronti del figurativo, circa un anno prima del Futurismo. Entrambi i due rivoluzionari capisaldi precedettero di alcuni anni l’Astrattismo e il Surrealismo, influenzando una miriade di correnti che avrebbero sconvolto le arti creative del Novecento.

La casa di Balla è una immersione quasi onirica nei concetti che quei giovani, giudicati da molti dei pazzi, in tempi in cui in Italia si privilegiavano pittori e scultori che celebrassero le presunte glorie del Ventennio. Anche l’arredamento delle stanze è stato concepito come officina espressiva dei colori e dei contrasti prediletti da quel visionario. Nel portone d’ingresso, il pittore aveva posto una targa, ancora presente, con la sua firma: “Futurballa”.

 Bartolomeo Pietromarchi, direttore del MAXXI Arte ha detto: “Manteniamo aperto ed accessibile un monumento della nostra cultura moderna.”

La visita è possibile sino alla fine del 2022. La prenotazione è necessaria e la si può richiedere su w.w.w.maxxi.art

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