A cura di Ilaria Solazzo

“Astrattismo” al Caffè Letterario del Sansi: Un’esperienza visiva unica con il Prof. Luca Filipponi

Dal 1° al 30 ottobre 2025, il Caffè Letterario del Sansi di Spoleto ospita una mostra collettiva dal titolo “Astrattismo”, una rassegna che non si limita a esporre semplici opere, ma invita alla riflessione più profonda su ciò che l’arte rappresenta per l’animo umano. Curata con maestria dal Prof. Luca Filipponi, Presidente dello Menotti Art Festival Spoleto, con l’intervento della dott.ssa Paola Biadetti, il dott. Sandro Costanzi, il dott. Franco Ansidei e la dott.ssa Maria Cristina Mancini, l’esposizione raccoglie le creazioni di artisti provenienti da ogni angolo del mondo, creando un ponte tra culture diverse attraverso il linguaggio universale dell’astrattismo. Tra gli artisti presenti alla mostra, si sottolinea la presenza di uno dei maggiori artisti viventi, il Prof. M° Silvio Craia, non solo astrattista, ma anche “l’ultimo dei Futuristi”.

Il Prof. Luca Filipponi, figura centrale nel panorama artistico italiano, è reduce dal grandissimo successo dell’Edizione 2025 Menotti Art Festival Spoleto– Art in the City dal 25 al 28 settembre 2025, in collaborazione con Auge Università, il Quotidiano La Notte e tantissime altre partnership nazionali ed internazionali.

Ha da sempre saputo infondere nelle sue curatele una sensibilità unica, capace di evocare sensazioni che vanno oltre la percezione immediata delle opere. Filipponi non è solo un curatore, ma un medium che, attraverso le sue scelte, permette all’arte di svelarsi nella sua essenza più pura. La sua interpretazione dell’astrattismo, crea una narrazione che non è fatta di parole, ma di forme, colori e silenzi che lasciano parlare l’anima.

L’astrattismo, più che un movimento artistico, è una forma di pensiero che interroga l’essenza stessa della realtà. Come scriveva il filosofo Immanuel Kant, “l’arte è la manifestazione sensibile del bello, che ci offre la possibilità di cogliere la realtà sotto una nuova luce.” In questa mostra, l’arte astratta non si limita a rappresentare ciò che vediamo, ma ci invita a guardare oltre l’apparenza, a scoprire una realtà che esiste nell’indistinto, nel caos delle forme e dei colori, dove ogni spettatore è chiamato a dare il proprio significato. Ogni opera diventa così un invito alla riflessione, un dialogo interiore che sfida le convenzioni, spronando a cercare l’invisibile, l’intangibile, che risiede dietro la materia.

Nel suo approccio curato e personale, Filipponi è un esempio tangibile di come l’arte possa fungere da mezzo di espressione e introspezione. La sua ricerca è una costante esplorazione del mistero insito nella creazione, di quel “vuoto” che l’artista riempie con forme astratte, ma che in realtà è carico di significato e potenzialità. L’astrattismo, infatti, ci insegna che ciò che non vediamo è tanto importante quanto ciò che è visibile, e che l’arte è una finestra attraverso cui osservare l’anima del mondo.

Tra gli artisti in mostra troviamo, non solo il già citato Silvio Craia, ma figure di rilievo come Laura Altamore e Mario Lo Coco, provenienti dalla Sicilia, Rosanna Della Valle, Valerio Giuffrè e Eugenia Serafini dall’Italia, ma anche talenti internazionali come Pamela Benporadh dalla Sudafrica e Ken Sowerby dall’Australia. Ogni opera portata in mostra racconta una storia personale, spesso radicata nelle esperienze e nei luoghi di origine degli autori. Tuttavia, l’astrattismo, in quanto linguaggio universale, consente di sovrascrivere i confini culturali e geografici, dando vita a un’esperienza estetica che parla direttamente alla dimensione universale dell’essere umano.

In questo contesto, l’arte astratta assume una dimensione profondamente filosofica. Come diceva Friedrich Nietzsche, “l’arte è il nostro mezzo per creare, per dare un senso alla vita, per ritrovare significato in un universo che sembra privo di senso.” L’astrattismo ci invita a ricercare il significato anche là dove la realtà sembra disgregarsi, dove la forma perde le sue connotazioni concrete. L’arte, dunque, si fa strumento di salvezza e di esplorazione, come una bussola in un oceano di incertezze.

La mostra non è solo un’opportunità per ammirare delle opere, ma per intraprendere un viaggio interiore, un percorso che invita a riflettere sul nostro posto nel mondo, sul nostro rapporto con la bellezza, con la forma e con l’ignoto. La frammentazione delle forme, la libertà del colore, il distacco dalla realtà tangibile sono tutti elementi che rivelano una filosofia profonda: quella di un mondo in continua evoluzione, privo di certezze assolute, in cui la bellezza risiede nell’imprevedibilità e nell’imperfezione.

L’evento culminante della mostra avrà luogo domenica 19 ottobre 2025, quando Luca Filipponi, insieme a Paola Biadetti, Sandro Costanzi, Francesco Ansidei e Maria Cristana Mancini, presenterà ufficialmente la rassegna. In questo incontro, la discussione non riguarderà solo le tecniche artistiche, ma anche la riflessione sulla funzione dell’arte nella società contemporanea: come l’arte può fungere da specchio per la nostra anima, come essa possa sfidare le nostre percezioni e farci riconsiderare le certezze su cui costruisce la nostra vita quotidiana.

L’arte astratta, come un velo che si solleva dalla realtà quotidiana, ci invita a percepire il mondo in modo nuovo, a liberare la nostra immaginazione e ad abbracciare l’incertezza. Come scrisse il grande filosofo Martin Heidegger, “l’arte è la manifestazione di ciò che è nascosto, ciò che rimane invisibile alla ragione.” E in effetti, l’astrattismo ci pone di fronte alla possibilità di una realtà più profonda e complessa, che ci sfida a vedere con gli occhi dell’anima, a percepire ciò che non è immediatamente evidente.

Con il suo curato mix di arte e discussione filosofica, la mostra “Astrattismo” si configura come un appuntamento da non perdere per gli amanti dell’arte e i filosofi della bellezza, per i collezionisti e per chiunque sia interessato a esplorare il confine tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile. Spoleto, con il suo fascino storico e culturale, è la cornice ideale per questa riflessione sull’arte, che promette di lasciare un’impronta indelebile nel panorama artistico internazionale.

“Astrattismo” non è solo una mostra, ma un viaggio attraverso le pieghe più profonde dell’anima umana. È un’occasione per confrontarsi con la forza visiva dell’arte, ma anche per interrogarci su ciò che vediamo, su ciò che percepiamo, e su come la bellezza possa continuare a rivelarsi anche nei luoghi più inaspettati. Un incontro irripetibile con la creatività e la bellezza, che promette di arricchire l’esperienza di ogni visitatore con una nuova visione del mondo.

Intervista: L’arte astratta come linguaggio universale

Buongiorno Presidente Filipponi e grazie per averci concesso questa intervista. La mostra “Astrattismo” che sta curando al Caffè Letterario del Sansi è un evento di grande rilevanza. Può raccontarci come è nata questa idea e quale significato ha per Lei?

L’idea di questa mostra è nata dalla volontà di esplorare un linguaggio artistico che va oltre le apparenze e che si rivolge all’anima più che agli occhi. L’astrattismo ha sempre avuto la capacità di sfidare le convenzioni, di liberarci dalle immagini predefinite e di invitarci a una riflessione profonda sulla percezione. Con “Astrattismo”, ho voluto creare uno spazio in cui le diverse interpretazioni di questo movimento possano incontrarsi, mostrando la sua forza universale e la sua attualità.

L’astrattismo è un linguaggio complesso. Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche che lo rendono così potente e rivoluzionario?

L’astrattismo è rivoluzionario perché non ha paura di entrare nel regno del non visibile. Rappresenta la libertà assoluta di espressione, in cui non c’è spazio per la figurazione. Ci permette di vedere la realtà in modo diverso, di cogliere la sua essenza più profonda. La sua forza sta nell’invito a pensare, a riflettere, a sentire piuttosto che a riconoscere immagini familiari. È un invito ad abbandonare il razionale per abbracciare il sensibile, a lasciarci guidare dalle emozioni più che dalla logica.

In questa mostra, diversi artisti sono coinvolti, ognuno con il proprio stile e approccio. Come ha scelto gli artisti che partecipano?

La scelta degli artisti è stata un processo di selezione accurata, ma allo stesso tempo intuitivo. Ho cercato voci che, pur nella loro diversità stilistica, potessero comunicare lo stesso messaggio di libertà e di espressione autentica. Volevo creare un dialogo tra differenti culture e prospettive, un incontro tra diverse visioni del mondo che, attraverso l’astrattismo, parlano una lingua comune. Gli artisti coinvolti hanno una sensibilità unica che si riflette nelle loro opere, rendendo la mostra estremamente variegata e interessante.

Lei è un curatore ed organizzatore con una lunga esperienza. Come vede il ruolo del curatore nell’arte contemporanea?

Il ruolo del curatore, oggi più che mai, è quello di mediatore. Non si tratta solo di scegliere le opere, ma di creare un’esperienza che metta in relazione l’artista e il pubblico. Il curatore è anche un “traduttore”, che deve essere in grado di rendere accessibile un linguaggio artistico che, a volte, può sembrare distante o difficile da comprendere. La mia missione è fare in modo che il pubblico possa entrare in contatto con l’opera, che possa leggerla, sentirla e, soprattutto, viverla.

“Astrattismo” è una mostra che esplora un linguaggio universale. Crede che l’arte astratta possa superare le barriere culturali e diventare un mezzo di comunicazione globale?

Assolutamente sì. L’arte astratta ha la straordinaria capacità di andare oltre le parole, di superare le differenze culturali e geografiche. Non ha bisogno di traduzioni, perché parla direttamente all’emozione, al sentimento. Ogni individuo, indipendentemente dalla sua provenienza, può trovare qualcosa in comune nell’astrattismo, perché si tratta di una forma di espressione che non ha limiti. La sua forza risiede proprio in questa capacità di unire, senza bisogno di parole.

Nella sua carriera, ha curato mostre, orgenizzato e fondato Premi letterari e creato, soprattutto, uno dei maggiori Festival di arte contemporanea. Che cosa rende unica “Astrattismo” rispetto alle altre mostre che ha organizzato?

“Astrattismo” è unica perché non si limita a presentare delle opere d’arte, ma invita il pubblico a una riflessione più profonda sul significato dell’arte stessa. È una mostra che, attraverso le diverse interpretazioni del movimento astratto, solleva domande, stimola dubbi e invita a una vera e propria introspezione. In un mondo sempre più iper-connesso e dominato dalle immagini, questa mostra vuole essere un momento di pausa, un invito a rallentare e a riflettere.

Quanto è importante per Lei il ruolo della filosofia nell’arte contemporanea, soprattutto in un contesto come quello dell’astrattismo?

La filosofia e l’arte sono legate da un filo sottile e imprescindibile. L’arte non è mai separata dalla riflessione filosofica, soprattutto nell’astrattismo, che nasce come un’arte che interroga il mondo e la percezione. Per me, l’arte è una forma di pensiero, un luogo dove le domande sulla realtà, sul senso dell’esistenza e sull’estetica possono essere esplorate senza risposte definitive. L’astrattismo, in particolare, è un campo di indagine in cui il pensiero filosofico trova un’espressione visiva, un modo per dar forma a ciò che non può essere detto con le parole.

L’arte, secondo Lei, può davvero cambiare il mondo?

L’arte ha il potere di trasformare la realtà. Non intendo dire che possa cambiare il mondo in senso letterale, ma ha sicuramente il potere di cambiare le persone, di spingerle a vedere il mondo con occhi diversi. L’arte provoca, scuote, fa riflettere. Ci costringe a mettere in discussione le nostre convinzioni e a confrontarci con ciò che ci circonda. E, se una persona cambia grazie a un’opera d’arte, quella persona porterà con sé una nuova visione, che inevitabilmente influenzerà il suo modo di interagire con il mondo.

Qual è il messaggio che spera di trasmettere al pubblico attraverso questa mostra?

Il messaggio che desidero trasmettere è quello di non avere paura di abbracciare l’incertezza, di esplorare l’ignoto. L’arte astratta ci insegna che la bellezza non è sempre visibile a prima vista, ma si trova nei dettagli, nelle sfumature, nel movimento. Spero che il pubblico esca dalla mostra con un senso di libertà e di apertura verso il mondo, pronto a guardare oltre la superficie delle cose e a scoprire un nuovo modo di vedere la realtà.

La ringrazio di cuore per aver condiviso con noi la sua visione e per averci fatto entrare nel profondo di questa straordinaria mostra. È stato un vero piacere parlare con Lei.

È stato un piacere anche per me. Grazie a Lei per l’interesse e per averci dato l’opportunità di raccontare il progetto. Spero che il pubblico possa vivere un’esperienza unica e arricchente. Arrivederci!

Arrivederci e buona fortuna per la mostra!

In conclusione, “Astrattismo” non è solo una mostra di arte visiva, ma un vero e proprio viaggio nell’animo umano, una riflessione sull’invisibile, sull’essenza delle cose che spesso sfuggono alla percezione quotidiana. La curatela di Luca Filipponi, unita alla partecipazione di artisti di talento provenienti da diverse parti del mondo, crea un’esperienza che sfida il pubblico a vedere oltre le forme, a scoprire nuove realtà e a riflettere sulla potenza comunicativa dell’arte astratta.

Ogni opera esposta invita a interrogarsi, a liberare la mente dalle convenzioni visive e ad abbracciare una dimensione più intima e profonda. Come sottolineato dal curatore, l’arte non è solo un mezzo per contemplare la bellezza, ma anche uno strumento per esplorare l’incertezza, per accettare l’ignoto e per trasformare la nostra percezione del mondo. Un messaggio di libertà e di apertura che, più che mai, risuona come un invito a superare i confini della realtà tangibile.

“Astrattismo” è, senza dubbio, un’occasione imperdibile per chiunque voglia entrare in contatto con un linguaggio universale che parla al cuore e alla mente, trascendendo le barriere culturali e temporali. Una mostra che non solo celebra l’arte, ma invita a guardare il mondo con occhi nuovi, liberi da preconcetti e pronti a scoprire una bellezza che va al di là dell’apparenza.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com